RIPARTIRE DAI REFERENDUM PER DETERMINARE IL NOSTRO FUTURO.

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Il governo tecnico di grande coalizione capeggiato da Matteo Renzi ha oramai più di due anni di vita. In questo lasso di tempo nel nostro paese i cambiamenti sono stati numerosi, come numerose sono state le riforme che in maniera del tutto illegittima e antidemocratica hanno attaccato diritti e beni comuni fondamentali come scuola, lavoro, casa e ambiente con l’obbiettivo di smantellare, privatizzare e generare profitto. Con più mezzi e diverse forme assieme a movimenti, associazioni, sindacati e singoli abbiamo coinvolto e lottato per cambiare le sorti di questo progetto politico, avendo davanti un governo dimostratosi indifferente verso la popolazione che dovrebbe rappresentare ma complice con le forze politiche e finanziarie europee che da anni ci impongono misure di austerità.

Nonostante riforme come lo “Sblocca Italia”, la “Buona Scuola” e il “jobs act” siano diventate leggi, ancora oggi non possiamo accettare di lasciare il nostro futuro nelle mani di chi amministra il potere escludendo le persone.

Abbiamo deciso quindi di rimettere le carte in gioco utilizzando il più democratico e popolare degli strumenti di cui siamo dotati: Il REFERENDUM. In questa battaglia, che vedrà la scadenza per la raccolta firme in luglio e le votazioni il prossimo anno, si uniranno in un unico referendum abrogativo  tre quesiti sul “jobs act”, quattro quesiti sulla “Buona Scuola”, due sullo “Sblocca Italia” ed uno sull’acqua.

Sarà un’occasione importante per esprimerci ancora una volta e scegliere per affermare che in Italia il lavoro non può essere svuotato di diritti, che NON vogliamo una scuola privatizzata, NON vogliamo che si costruiscano e attivino inceneritori e trivelle (in mare come in terra) e pretendiamo che l’acqua torni pubblica al 100% in ogni città.

Come studenti e studentesse teniamo in particolare a rimetterci in gioco per eliminare i punti che troviamo più inaccettabili nella nuova riforma dell’istruzione, poiché crediamo che le migliaia di voci che nelle piazze e nelle scuole si sono opposte alla Buona Scuola dalla sua genesi fino alla sua prima applicazione non abbiano smesso di urlare. Pensiamo sia necessario che tutto il mondo della formazione, dagli studenti agli insegnanti al personale Ata, agisca nel suo piccolo convincendo tutti e tutte a firmare oggi per poter dire SÌ domani e vincere questa importante scommessa.

La rotta si può ancora invertire e il futuro è ancora nelle nostre mani!

I 4 quesiti sulla scuola:

Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche e private.

Tutte gli istituti devono avere le stesse possibilità. Con finanziamenti privatistici si fomenteranno competizioni e favoritismi personali e si porterà sempre di più l’istruzione ad avere scuole di serie A e di serie B.

Abrogazione di norme sul potere dei dirigenti scolastici.

Con la formazione del preside-manager i dirigenti avranno il potere di confermare o mandare via gli insegnanti dopo un triennio generando il rischio di una gestione clientelare delle assunzioni e limitando fortemente le libertà d’insegnamento. Ciò ricadrà direttamente sulla nostra didattica.

Abrogazione dell’obbligo di almeno 200-400 ore di alternanza scuola-lavoro.

Il sistema attuale impone ad ogni scuola ore lavorative non retribuite, organizzate nella maggior parte dei casi in impieghi che hanno poco a che vedere con i percorsi formativi seguiti dalle singole scuole, togliendo ore all’insegnamento e all’apprendimento.

Abrogazione di norme sul potere che il dirigente scolastico ha nello scegliere i docenti a cui assegnare i premi economici e sul comitato di valutazione.

La presunta meritocrazia decisa nei comitati di valutazione permettono al dirigente scolastico di assegnare i bonus alla convenienza. Questo può diventare per gli insegnati motivo di ricatto e/o competizione. I fondi stanziati per questo progetto potrebbero essere invece investiti nella valorizzazione di tutto il personale oppure nel risanare i gravi tagli all’istruzione.

COORDINAMENTO STUDENTI MEDI EMILIA-ROMAGNA

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EDUCARE PER NON REPRIMERE!

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Siamo di nuovo da capo. Siamo di nuovo qui a parlare, infruttuosamente, bigottamente, di una questione che dovrebbe essere trattata invece col massimo tatto e con la massima consapevolezza. Ogni volta che si ripropone con veemenza sulle prime pagine dei giornali la tematica inerente al dilagante utilizzo di sostanze si riaccende sempre un dibattito che si muove fondamentalmente su due posizioni: chi è a favore delle politiche repressive perché è avverso alle sostanze e chi è contro in quanto consumatore. Noi, Coordinamento Studenti Medi Emilia Romagna, riteniamo che sia necessario un altro approccio alla tematica: il fulcro non è se sia giusto o sbagliato fare uso di sostanze, ma come educare alla prevenzione e come risolvere i problemi legati alla dipendenza.

Dopo un ventennio di pratiche repressive in Italia, tuttora una persona su quattro fa abitualmente uso di sostanze e il dato è in continuo aumento; già questo dovrebbe far porre più di qualche domanda.
Al contrario il Portogallo, adottando una politica completamente diversa, non punitiva ma responsabilizzativa, dopo un decennio ha dimezzato i casi di dipendenza.

E in cosa consiste questo magico rimedio?
Semplificando, chi viene trovato in possesso di una certa quantità di sostanza non viene più rinchiuso in un carcere, ma mandato davanti ad una commissione di sostegno che lo aiuta a curare la propria dipendenza, eludendo così anche il problema dell’inutile sovraffollamento delle carceri. Inoltre, e qui ci preme particolarmente sottolinearlo, nelle scuole vengono attuati frequenti momenti di sensibilizzazione al problema, senza inutili e dispendiose perquisizioni che, come dimostrano il caso italiano e quello statunitense, non portano ad altro che ad attriti e sfiducia tra consumatore di sostanze e istituzioni. Chi dovrebbe essere aiutato si trova quindi in una pericolosa situazione di emarginazione che non fa altro che acuire il problema.

Viene quindi da chiedersi alla luce di questi fatti se non sia forse ora di smetterla di chiudere gli occhi davanti ad una questione che in questo paese si sta facendo sempre più presente, e di attuare una politica in linea con quelle che, dati alla mano, sono le migliori in questo campo. Si può parlare all’infinito di moralità, ma questa non è una questione morale: questo è un problema reale che, al momento, ha solo una strada efficace per essere combattuto: quella della depenalizzazione e dell’educazione.

Coordinamento Studenti Medi Emilia – Romagna

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PER UNA SCUOLA DI DIRITTI, CONTRO OGNI INTIMIDAZIONE!

 

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Questa mattina come studenti e studentesse abbiamo partecipato alla giornata di mobilitazione sul tema dell’edilizia scolastica.

Sappiamo bene quanto gli istituti a livello nazionale soffrano di problemi strutturali, basta osservare le statistiche per certificarlo.
Sappiamo altrettanto bene, poiché lo viviamo, che anche nelle scuole della nostra città esistono problemi di questo tipo.

La mobilitazione di oggi è iniziata davanti al liceo Chierici, una scuola in cui da molto tempo si verificano episodi di fatiscenza e che da anni è in attesa degli interventi necessari. Finalmente sembra che proprio in questi giorni alcuni lavori di manutenzione stiano cominciando.
Partendo proprio da situazioni di questo tipo abbiamo voluto parlare delle difficoltà che le scuole hanno a ricevere i giusti interventi nei giusti tempi, interventi che spesso non vengono stanziati o che sono notevolmente posticipati per chiare scelte politiche.
Noi crediamo che la lotta per delle scuole sicure e a norma sia anche una lotta per l’educazione, per il lavoro e per il nostro futuro e non vogliamo aspettare che la risoluzione del problema si agisca solo dopo che qualcuno è stato danneggiato seriamente.

Dal presidio svolto successivamente in Piazza del Monte abbiamo infatti voluto portare questa tematica su un piano pubblico e cittadino affinchè la questione dell’edilizia possa coinvolgere le scuole e le istituzioni competenti e si possano individuare gli interventi principali da realizzare il prima possibile.
Tra la solidarietà dei passanti abbiamo avuto anche la possibilità di incontrare una consigliera comunale con la quale sono state condivise problematiche riguardanti sia l’edilizia scolastica che il trasporto pubblico con il fine di arrivare nei prossimi giorni a definire delle campagne politiche con cui continuare la nostra battaglia ed intensificarla.

Insieme alla solidarietà raggiunta, oggi vi è stato però un episodio che vogliamo denunciare per la sua gravità.
Questa mattina, durante il concentramento davanti al Chierici da cui poi saremmo partiti per raggiungere la piazza, ci siamo trovati a dover affrontare la preside della scuola che, senza aver capito le motivazioni della protesta nonostante queste le fossero state spiegate verbalmente da membri del collettivo della scuola, ha mosso delle gravi intimidazioni personali e minacce di provvedimenti disciplinari oltremisura verso il collettivo e gli studenti rimasti fuori qualora questi fossero scesi in piazza a manifestare. Crediamo che sia inaccettabile, oltre che un abuso di potere, che una preside decida di porsi in questa maniera chiaramente repressiva nei confronti di studenti e studentesse che si autorganizzano e scelgono di mobilitarsi per cause giuste che riguardano la propria scuola e non solo.
Il pensiero autonomo, la libertà di esprimersi e quindi la legittimità di portare in luoghi di protesta come le piazze le proprie idee sono cose che la scuola in generale deve incentivare.

Davanti a questo attacco al diritto di manifestare non possiamo fare altro che opporci con forza e uniti. Se c’è qualcuno che pensa di zittire in questo modo la voce di chi oggi è sceso in piazza, e se per tale motivo dovessero essere applicate sanzioni che non hanno ragione di esistere torneremo a farci sentire forte, collettivamente, perché attaccare anche solo una persona vuol dire attaccarci tutti.

Studenti Autorganizzati

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